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Sustainable Development Goals - 2030 Agenda

2018-08-01 08:19:43

This fiche aims to summarize the objectives of the Agenda 2030 through the declination of the National Strategic Plan, in Italy.

Translation in progress Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Agenda 2030 In poche parole Questa fiche si prefigge di sintetizzare l’origine dell’Agenda 2030 e dei suoi obiettivi, anche attraverso la declinazione in un Piano Strategico Nazionale – in Italia. Gli obiettivi vengono esposti in continuità e coerenza con la figura dell’educatore ambientale, inteso come accompagnatore verso la transizione ecologica. Obiettivi pedagogici di questa fiche • Che cos’è e quando nasce l’Agenda 2030 dell’ONU • Quali sono i suoi obiettivi • Che cos’è una Strategia Nazionale per l’Agenda 2030 e come in Italia essa ha generato una « Alleanza » detta ASviS • Qual è il legame tra gli OSS di Agenda 2030, le Strategie di OSS e l’educazione (accompagnamento alla transizione ecologica) L’Agenda 2030 Al centro dell’Agenda 2030 ci sono 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS), che descrivono l%%%%e maggiori sfide dello sviluppo per l’umanità. Il loro fine è quello di assicurare una vita sulla terra sostenibile, prospera ed equa per tutti, tanto nel presente quanto nel futuro, capace di garantire la sopravvivenza dell’umanità. Perché gli obiettivi possano essere raggiunti, è necessario coinvolgere attori diversi eppure egualmente responsabili: i governi, le imprese private, la società civile melle sue articolazioni e fino alla singola famiglia, al singolo cittadino . Per questo l’Agenda 2030 si rivolge a tutti i Paesi del mondo, da Nord a Sud, da Est a Ovest. Tutti i Paesi che sottoscrivono l’Agenda 2030 si impegnano ad adeguare i loro sforzi in vista degli OSS: essi vengono prima recepiti a livello nazionale da ciascuno Stato aderente, poi declinati per stabilire una Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, attuando dei Piani di Azione coerenti. In Italia, per dare attuazione alla Strategia Nazionale, nasce il 3 febbraio del 2016 l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che conta oggi oltre 200 soggetti pubblici e privati. L’Alleanza non è un’Associazione ma un accordo tra i soggetti aderenti, tanto quelli economici privati quanto quelli no profit, tanto i privati quanto le istituzioni pubbliche per promuovere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e per mobilitare tutti i soggetti a tradurre in pratica e quindi a realizzare i Piani di Azione, la Strategia Nazionale e dunque gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. L’Alleanza è un accordo di “secondo livello”, che riunisce attualmente oltre 200 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile: • associazioni rappresentative delle parti sociali (associazioni imprenditoriali, sindacali e del Terzo Settore); • reti di associazioni della società civile che riguardano specifici Obiettivi (salute, benessere economico, educazione, lavoro, qualità dell’ambiente, uguaglianza di genere, ecc.); • associazioni di enti territoriali; • università e centri di ricerca pubblici e privati, e le relative reti; • associazioni di soggetti attivi nei mondi della cultura e dell’informazione; • fondazioni e reti di fondazioni; • soggetti italiani appartenenti ad associazioni e reti internazionali attive sui temi dello sviluppo sostenibile. I 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 e la Strategia Nazionale in Italia 1. Povertà zero Dal 1999 al 2013, il numero di persone nel mondo che vivono sotto la soglia di povertà estrema è sceso del 28%, passando da 1,7 miliardi a 767 milioni. In Italia, nel 2016 le famiglie in povertà assoluta erano 1,6 milioni per un totale di 4,7 milioni di individui, il livello più alto dal 2005. L’obiettivo è quello di porre fine a ogni forma di povertà nel mondo. 2. Fame zero Nel corso degli anni, l’insicurezza alimentare globale ha ripreso a crescere per la prima volta dal 2003. Oggi soffrono la fame 815 milioni di persone. In Italia l’agricoltura registra risultati positivi in termini di eco-efficienza, ma permangono i fenomeni di sfruttamento del lavoro e di evasione fiscale. L’obiettivo dell’Agenda 2030 è pertanto quello di «porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile». 3. Salute e benessere In tutto il mondo, tra il 2000 e il 2015, i tassi di mortalità materna e dei bambini sotto i 5 anni sono diminuiti rispettivamente del 37% e del 44%. Sono in calo anche l’incidenza di Hiv, tubercolosi e malaria. In Italia, nonostante i progressi, persistono forti disuguaglianze di fronte all’offerta sanitaria, in termini di accesso e di qualità. L’obiettivo è dunque quello di «Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età». 4. Istruzione di qualità Nel 2014 hanno frequentato le scuole elementari due bambini su tre. Nei Paesi più arretrati solo quattro su dieci. In Italia è aumentato il tasso di completamento degli studi terziari e sono diminuite le uscite precoci dal sistema di istruzione e formazione. Molti quindicenni, tuttavia, non raggiungono la soglia minima delle competenze per potersi orientare negli studi e sul lavoro. L’obiettivo è pertanto quello di «assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti». 5. Uguaglianza di genere Tra il 2005 e il 2016, in 87 Paesi del mondo il 19% delle donne tra i 15 e i 49 anni denunciava di aver subito violenza fisica o sessuale da un partner negli ultimi 12 mesi. Anche nei paesi più sviluppati le donne sono ancora sotto rappresentate nelle posizioni manageriali. In Italia, il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi in Europa e, a parità di mansioni, le donne percepiscono stipendi inferiori. Per questo l’obiettivo è di «raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze». 6. Acqua pulita e servizi igienico-sanitari Nel 2015, il 90% della popolazione del Pianeta ha migliorato le proprie fonti di acqua potabile, e 4,9 miliardi di cittadini hanno avuto accesso a una rete più sicura di servizi igienico-sanitari. Tuttavia, oltre 2 miliardi di persone vivono ancora sotto stress idrico. In Italia la carenza d’acqua è un'emergenza nazionale: nell'estate del 2017 dieci Regioni hanno dichiarato lo stato di calamità. Con l’Agenda 2030 si vuole dunque garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie. 7. Energia pulita e accessibile Nel 2016, l’85% della popolazione mondiale aveva accesso all’elettricità, mentre nel 2000 la percentuale era del 72%. Ma ancora 1,1 miliardi di persone vivono senza corrente e 2,8 miliardi non hanno modo di cucinare in modo pulito. In Italia la crescita delle fonti rinnovabili in energia primaria ha portato la relativa quota dal 6-8% dei primi anni 2000 a poco meno del 20% nel 2016. Pertanto, l’obiettivo 7 si focalizza sull’assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. 8. Lavoro dignitoso e crescita economica A livello globale, la crescita annuale media del Pil pro-capite è passata dallo 0,9% del 2005-2009 al 1,6% del 2010-2015. Nei Paesi in via di sviluppo, la percentuale è passata dal 3,5% al 4,6%. Anche in Italia il Pil pro-capite ha ripreso a salire (+1,2%), ma nel 2015 quello del Mezzogiorno rappresentava il 47% di quello del Nord-ovest. Il tasso di occupazione nel 2016 si è attestato al 57,2%. Perciò l’obiettivo da raggiungere è quello di incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti. 9. Imprese, innovazione e infrastrutture A livello globale, i finanziamenti destinati a Ricerca a Sviluppo si sono attestati all'1,7% del Pil nel 2014, rispetto all’1,5% del 2000. L’Italia ha fatto passi in avanti soprattutto nell’Ict: il 97% delle abitazioni hanno accesso a reti fisse a velocità compresa tra i 2 e i 20 Mbit/s, mentre le linee di rete fissa a banda larga con velocità pari o superiore ai 10 Mbit/s hanno superato il 50% del totale. La finalità è dunque quella di costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile. 10. Ridurre le disuguaglianze Dal 2008 al 2014, il 40% della popolazione mondiale più povera ha visto aumentare il proprio reddito o le possibilità di consumo. In Italia, il divario di reddito tra il 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero è aumentato dal 5,4 del 2006-2007 al 6,3 del 2016, rispetto a una media europea del 5,2. L’obiettivo si prefigge di ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le nazioni. 11. Città e comunità sostenibili Nel 2015, il 54% della popolazione mondiale (4 miliardi di persone) viveva nelle città, mentre si prevede che entro il 2030 saranno in totale cinque miliardi le persone che risiederanno in agglomerati urbani. In Italia, nel 2015 l’11,3% della popolazione soffriva di disagio abitativo nelle aree densamente popolate, contro una media Ue del 5,2%. A riguardo, la finalità è quella di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. 12. Consumo e produzioni responsabili A livello globale, il Material footprint, che indica i flussi di risorse minerali e organiche che sono state rimosse dall’ambiente per produrre un bene, è passato dai 48,5 miliardi di tonnellate del 2000 a 69,3 miliardi di tonnellate nel 2010. In Italia si stanno affermando modelli di produzione e consumo più responsabili, ma occorre sensibilizzare i cittadini sulla riduzione degli sprechi. L’obiettivo 12 si concentra dunque sulla possibilità di garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo in tutto il mondo. 13. Lotta contro il cambiamento climatico Nel 2016, le temperature globali hanno raggiunto livelli da record, superando di 1,1°C quelle dell’era preindustriale. L’Italia nel 2017 ha prodotto la proposta di un Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), la creazione della nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (Snss) e l’annuncio della preparazione del Piano Nazionale Clima ed Energia. È necessario dunque adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze. 14. Vita sott’acqua Su 63 ecosistemi marini presi in esame dall’Onu, il 16% risulta a rischio o seriamente a rischio per l'eutrofizzazione costiera. La pesca eccessiva ha ridotto la produzione in campo alimentare, danneggiato gli ecosistemi e diminuito la biodiversità. Anche in Italia è il sovra-sfruttamento degli stock-ittici il principale problema, con una quota dell’88% nel 2014. L’obiettivo è dunque quello di conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile. 15. Vita sulla terra Tra il 2010 e il 2015, la perdita annuale di aree forestali era meno della metà che nel 1990, ma la perdita di biodiversità continua. In Italia non si è concluso l’iter di approvazione della Legge sul consumo di suolo e, tra giugno e luglio 2017, sono andati in fumo oltre 26mila ettari di superfici boschive, pari al 93,8% del totale della superficie bruciata per dolo o colpa in tutto il 2016. L’obiettivo da raggiungere è dunque quello di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita della biodiversità. 16. Pace, giustizia e istituzioni solide A livello globale, il numero di vittime di omicidi volontari si è attestato nel 2015 tra le 4,6 e le 6,8 vittime ogni 100mila persone, e persistono molteplici forme di violenza nei confronti dei bambini. In Italia sono stati adottati molti provvedimenti per promuovere giustizia e istituzioni solide, ma resta bassa la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. L’Agenda 2030 si prefigge dunque di promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l'accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli. 17. Partnership per gli obiettivi Nel 2016, gli Aiuti pubblici allo sviluppo da parte dei Paesi Ocse sono aumentati dell'8,9% e Germania, Danimarca, Lussemburgo, Norvegia, Svezia e Regno Unito hanno raggiunto il traguardo fissato dall'Onu di portarli allo 0,7% del reddito nazionale lordo. In Italia, l’obiettivo è ancora lontano e si attende l’approvazione della legge sul Commercio equo e solidale. La finalità è dunque quella di rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile. Un obiettivo trasversale: l’educazione Come portare a compimento simili obiettivi? Una chiave di svolta è senz’altro l’educazione degli individui, che vanno guidati verso il cambiamento alla sostenibilità (transizione ecologica). È dunque l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS) a far apprendere le competenze necessarie per far sì che i singoli siano capaci di giudicare il peso sull’ambiente di ogni singola azione personale. L’ESS è difatti capace di rendere gli individui idonei a collaborare allo sviluppo sostenibile attraverso la promozione del cambiamento sociale, economico e politico e attraverso il cambiamento del loro stesso comportamento. L’ESS cambia l’apprendimento cognitivo, socio-emotivo e comportamentale, rende gli individui capaci di affrontare le sfide di ciascun OSS, fornendo loro le conoscenze e le competenze necessarie. All’ESS è pertinente anche l’Educazione alla Cittadinanza Globale (ECG), che viene trattata nel Target 7 del IV obiettivo (Istruzione di qualità). Questo target recita: « Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l'educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l'uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile» (cfr. http://asvis.it/goal-e-target-obiettivi-e-traguardi-per-il-2030/). L’Agenda 2030 incentiva pertanto un’integrazione dell’ESS nei programmi di studio e nei libri di testo, per le scuole di ogni ordine e grado e anche nelle università. L’ESS non va considerata come materia alla stregua della matematica o della storia, ma è un’integrazione virtuosa di tutte le materie scolastiche in grado di reindirizzarle e contestualizzarle. E’ altrettanto fondamentale integrare l’ESS nella formazione dei docenti, i quali devono sviluppare le competenze chiave della sostenibilità (inclusi il sapere, le abilità, le attitudini, i valori, le motivazioni e l’impegno). Le competenze sull’ESS possono essere descritte come le capacità proprie dell’insegnante di aiutare le persone a sviluppare le competenze verso la sostenibilità attraverso pratiche d’insegnamento e una didattica innovativa. La formazione degli insegnanti in ESS può avvenire anche fuori dai corsi d’aggiornamento obbligatori: servono collaborazioni attive con partner esterni come le comunità, le istituzioni educative non formali e le reti di ESS. Per le scuole si individua invece l’adozione di un approccio detto “di sistema”, capace di integrare la sostenibilità in tutti gli aspetti dell’istituzione educativa. Eventuali partner con cui dialogare (imprese, ONG, istituzioni pubbliche, decisori politici o semplici individui) arricchiscono un simile approccio. L’accompagnatore alla transizione ecologica s’inserisce naturalmente in questo contesto, partecipando attivamente al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. La transizione ecologica permette alle piccole e grandi comunità di mantenere appieno l’impegno delineato dall’Agenda, grazie alla sua attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità. Le nozioni in gioco Sostenibilità ambientale, responsabilità, cittadinanza partecipativa. Bibliografia a riguardo http://asvis.it/ https://www.ohchr.org/EN/pages/home.aspx https://en.unesco.org/sdgs Educazione agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Obiettivi di apprendimento Autore della fiche Francesca Sordini, Tomaso Colombo


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